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di Luca Esposito

“Il calcio è una roba semplice” è il mantra del tecnico della Juventus Allegri. Uno che spesso ha invitato giornalisti, opinionisti e addetti ai lavori a non perdere tempo con dissertazioni basate sulla tattica, sulle strategie, sui numeri, sui moduli e sugli schemi. A nostro avviso ha ragione. Si possono fare tutte le valutazioni del caso, provare ad aggrapparsi a qualche alibi, prendersela anche con la dea bendata che, in effetti, a un certo punto della stagione ha voltato le spalle ai granata.
La Salernitana, però, retrocede perchè ha una rosa troppo modesta per un campionato di serie A. Stop. Senza offesa per nessuno, ma non si può affrontare la categoria con una difesa composta da gente avanti con gli anni o da giovani che non hanno la personalità per reggere le pressioni di una piazza come Salerno. 70 gol subiti, incredibile! Un dato tra i peggiori della storia della Bersagliera, un record negativo che non ha giustificazioni.
E l’attacco? Dia è stato un flop per i motivi che tutti conosciamo, ma cosa ci potevamo aspettare da un reparto formato da Ikwuemesi, Stewart, Botheim, Simy e Weismann? Il capocannoniere è Candreva, giocatore di 38 anni che pure sta tirando i remi in barca e che salterà la gara dell’aritmetica retrocessione per squalifca. E se è vero che a luglio e agosto non sono state colmate le lacune sopravvalutando tanti tasselli della famosa ossatura, è altrettanto vero che Sabatini è riuscito a far peggio di De Sanctis. Arrivato a -2, retrocesso con un mese d’anticipo e con un costoso Instant Flop.
Senza dimenticare la scelta di affidare la panchina a Liverani nelle uniche gare teoricamente alla portata bocciando pubblicamente un allenatore che, tra mille difficoltà, aveva dato gioco, cuore e identità alla Salernitana tenendo testa alle big con Bronn e Sambia a centrocampo, Pierozzi difensore centrale e senza attacco.
Quanto a Iervolino, il suo silenzio inizia a essere assordante per davvero. Possibile che, dopo aver disatteso tante promesse e aver allestito un organico del genere, non si senta il bisogno di andare sotto la curva a rapportarsi con il pubblico? Che fine hanno fatto le buone intenzioni sintetizzate nella parola “sinallagma” che divenne tormentone e che ora appare uno sbiadito ricordo? Possibile che si sia passati dal sogno europeo sbandierato in tutte le tv nazionali al dubbio sul “cedo, non cedo” che sta facendo perdere tempo prezioso?
In fondo affidandosi, da oggi, a un valido direttore sportivo si può rendere accettabile anche il danno economico derivante dalla retrocessione in B. Invece ci sono nubi all’orizzonte che preoccupano più di una retrocessione annunciata, ironia della sorte sancita proprio in un caldo pomeriggio a Frosinone. Quando Sousa bocciava patron e direttore sportivo, il gruppo appariva già scarico e in pochissimi avevano il coraggio di andare oltre il pensiero comune e dipingere la realtà dei fatti a una tifoseria che ha sottovalutato il pericolo e che oggi vive la B quasi con indifferenza.
Chiudiamo con quanto accaduto all’esterno dell’Arechi. Siamo certi che tutti coloro che hanno scatenato risse e guerriglie non siano parte della tifoseria granata. Far piangere i bambini o spingere famiglie a rinunciare alla partita per gesti del genere è sconcertante. Un grosso abbraccio alle forze dell’ordine che hanno operato in condizioni complesse. E un augurio affinché Salerno isoli chi ha dato alla stampa nazionale un nuovo argomento per sbattere il “mostro” in prima pagina.