fbpx

C’era anche Danilo Iervolino, all’Olimpico ad assistere all’ennesima debacle di una squadra che rischia davvero di battere tutti i record negativi della storia della serie A. Peggior difesa, peggior attacco, maggior numero di sconfitte, minor numero di vittorie, 10 ko in casa, un solo successo all’Arechi, distacco enorme dalla quartultima, nessun clean sheet all’Arechi. Un disastro totale, certificato in modo insindacabile dai numeri.
Il presidente aveva detto, a ottobre, che questa rosa fosse superiore a quella della stagione precedente. Purtroppo la classifica, l’atteggiamento dei calciatori, le scelte degli allenatori e quanto fatto dai dirigenti andava in direzione opposta. Sarebbe bastato veramente poco per salvarsi in una serie A di livello mediocre, invece la Salernitana ha virtualmente detto addio alla categoria già da metà febbraio mortificando una tifoseria encomiabile, civilissima, sportiva, in grado di accettare un verdetto amarissimo senza nessuna presa di posizione che andasse oltre il sostegno incondizionato.
Caro presidente, lo abbiamo detto mille volte: una stagione storta può capitare, qualcuno le ha dato consigli sbagliati e l’inesperienza è fattore che certo non ha giocato a suo favore. Tuttavia non c’è ulteriore tempo da perdere: si esoneri Sabatini (capace, a gennaio, di peggiorare una situazione già complessa), si prenda un direttore sportivo che operi sotto traccia per costruire una grande Salernitana e un altro dirigente da campo, che metta fuori squadra da subito chiunque non sta onorando la maglia granata e i sacrifici economici di un presidente che li paga profumatamente a fine mese.
Retrocedere quasi nell’indifferenza generale rischia di compromettere anche il futuro, non può passare inosservato un disastro sportivo senza precedenti e che cozza con quelle che erano state le promesse della proprietà nei mesi scorsi. Si può affrontare la serie A – con tutto il rispetto – con un attacco del genere? Si può pensare di non rinforzare sin dall’estate una difesa da 2,2 gol subiti a partita e composta da calciatori che faticherebbero in cadetteria? La ciliegina sulla torta? I 700mila euro a Boateng, oggi messo in crisi da tutti i calciatori della Lazio e sostituito all’intervallo.
E se Pasalidis, unico innesto invernale di proprietà, resta ancora a guardare allora c’è davvero poco da stare allegri. Colantuono, in sala stampa, ha battuto ancora sui temi della dignità sportiva e sul rispetto nei confronti della società e della gente. Aggiungendo, però, che non sono queste le gare da vincere. Guardando il calendario e rammentando le figuracce casalinghe con le dirette concorrenti, con chi bisogna fare i punti per evitare almeno di far peggio del Pescara che retrocesse in B nel 2016-17?
Riflessione finale sul passato e sul futuro. Perchè fare questa figura sotto lo sguardo dell’ex presidente e dell’ex direttore sportivo non è il massimo. Si può discutere all’infinito, soprattutto su quei social popolati da persone non tifose o che sono scappate dopo aver prospettato salvezze in largo anticipo. Lotito, però, l’ha presa in D e l’ha portata in A, senza un euro di debito. Fabiani, invece, senza soldi, senza un presidente, con due trustee a gestire il club e la spada di Damocle del 31-12-2021 fece benissimo rispetto ai suoi successori, prendendo gente che oggi domina in Europa.
Ecco, senza voler fare per forza paragoni lanciamo un appello: che questi ultimi anni insegnino a non osannare o demolire a prescindere, criticando in modo intelligente e riconoscendo i giusti meriti a chi di dovere. Allo stato attuale quella precedente resta la società più vincente della storia, a Iervolino il compito di scrivere nuovi capitoli di una favola, ad oggi, senza lieto fine e che lascia in eredità interrogativi preoccupanti.