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Umiliati, contestati e in ritiro fino al derby contro la Salernitana. C’era una volta la capolista che dominava il campionato. Contro il Torino sono andati in scena i titoli di coda di una squadra che appena qualche mese fa dominava in campionato e anche in Europa, e che nello stesso stadio dopo aver asfaltato i granata si cuciva addosso il terzo scudetto. Sembra un bel sogno visto che contro il Toro si è visto il più brutto Napoli dell’era De Laurentiis in pieno stile film horror dove la scena da brividi è l’entrata di Mazzocchi dopo cinque minuti che vale il rosso diretto per il nuovo acquisto. Insomma, la fotografia della stagione di un Napoli che ha ventidue punti in meno rispetto all’anno scorso e che ha raccolto appena sette punti in sette gare nel mazzarri bis.  

Numeri impietosi di una crisi senza fine e che costringe gli azzurri a dover giocare un campionato anonimo dopo aver stradominato quello precedente. Quello che più preoccupa è che non c’è reazione da parte della squadra, un minimo di orgoglio da portatori dello scudetto sulle maglie. E i colpevoli ora sono anche i giocatori che si sono auto puniti con il ritiro fino alla gara di sabato contro la Salernitana. La sensazione è che anche il mercato di gennaio, tra l’altro in ritardo, potrà fare ben poco rispetto ad una crisi senza fine che parte dalle scelte scellerate di un’estate folle.

Il calcio non è il cinema. Se cambi il regista e lo sceneggiatore e qualche interprete non fai il record di incasso. Dal cinema paradiso al film horror, è il grande flop di De Laurentiis a cui va dato il merito di aver riportato lo scudetto, ma grazie anche ad altri soggetti. Certo, che rompere il giocattolo in così poco tempo era molto più complicato che riportare il tricolore dopo trentatré anni di attesa. De Laurentiis ci è riuscito.