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Se segna anche Simy due gol e pareggi a San Siro contro il Milan dopo averlo fatto in casa della Juventus i rimpianti aumentano. Per fortuna va in archivio la stagione più tormentata della storia della Salernitana, la più brutta, la più triste, quella più negativa in fatto di numeri e statistiche della serie A. C’è da dirlo, da sbatterlo in faccia alla nuda e cruda realtà. Salerno non meritava questa altra pagina mortificante, se poi arrivano due pareggi contro Juve e Milan in trasferta, la recriminazione cresce a dismisura. E allora mettiamo in cima alla lista dei colpevoli il presidente Iervolino, colui che ha certamente salvato la Salernitana dalla gestione Lotito, prendendo il club a pochi milioni di euro e salvandolo dalla serie B per ben due stagioni di fila. Questa doveva essere l’anno del salto di qualità, del superamento dell’asticella, invece si è sbagliato di tutto e di più. Allenatori, giocatori, gestione, direttori sportivi, e chi più ne ha, più ne metta. Un fallimento totale per una retrocessione che pesa come un’onta indelebile sulla storia del club. Ora però è arrivato il tempo della chiarezza, della trasparenza, della progettualità. Iervolino deve fare chiarezza sulla volontà di cedere o meno il club. Riportarlo nuovamente in serie A, dove lo ha ereditato spendendo una somma da vero affare, è il minimo che Iervolino possa fare. Altrimenti che ceda la Salernitana a chi realmente possiede le potenzialità per riportarla fin da subito nel calcio che conta e dove merita di stare una piazza tanto esigente, quando meritevole come Salerno.