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Di Luca Esposito

Era opinione piuttosto diffusa e condivisibile che questa Salernitana, pur alcuni limiti da colmare assolutamente nella prossima sessione di mercato, non potesse essere così scarsa e così inferiore alle dirette concorrenti. Comunque non da 5 punti, zero vittorie e ultimo posto in classifica. Chi, tra Empoli, Frosinone, Genoa, Verona e Lecce, può contare su gente del calibro di Ochoa, Mazzocchi, Gyomber, Candreva, Kastanos, Coulibaly e Dia? Nessuno.

E, detto ampiamente del problema atletico frutto di una preparazione probabilmente troppo morbida, ci siamo concentrati sull’aspetto psicologico. Fino alla settimana scorsa abbiamo visto una Salernitana abulica, spenta, incapace di trascinare la tifoseria,con uno spogliatoio spaccato e gente che ci stava mettendo troppo tempo ad adattarsi al calcio italiano.

Una rondine non fa primavera, ovviamente, ma oggi un segnale è finalmente arrivato. Vedere tutti sotto la curva nel post gara e le “riserve” trascinare i compagni fino alla fine lascia presagire scenari futuri differenti, pur con un calendario difficilissimo e con almeno 5 giocatori di livello che Iervolino dovrà acquistare a gennaio.La Salernitana ha meritato di vincere. Farlo in rimonta, contro una squadra che disputa la Champions e senza Ochoa e Dia consente di guardare il bicchiere mezzo pieno e di proiettarsi alla prossima trasferta di Firenze con maggiore serenità.

E’ bastato fare le cose semplici per tornare al successo a distanza di oltre sei mesi. Quello col doppio trequartista è schieramento tattico che calza a pennello a questa squadra, avete visto quanta qualità quando Kastanos gioca titolare e Candreva è svincolato da compiti difensivi che lo depotenziano inevitabilmente?

Caro mister, qui non bisogna inventare nulla: un bravo allenatore è quello che fa pochi danni e che mette i propri giocatori nelle condizioni di incidere. Pensare che un tandem del genere, che ha scritto pagine importantissime della recente storia della Salernitana, sia stato accantonato nelle settimane precedenti fa storcere il naso e aumenta il rammarico per ciò che poteva essere e non è stato. La società e la dirigenza agiscano come accaduto ai tempi di Nicola, tutelando il patrimonio tecnico e blindando quegli elementi che potranno condurre i granata verso la terza salvezza di fila.