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E adesso chiamatelo pure Kvaradona.
Diego sarebbe orgoglioso di avere un figlio prediletto come Kvaratskelia, capace di regalare magie ai tifosi del Napoli, proprio come faceva lui, ai bei tempi degli scudetti e delle coppe.

Oggi come allora, quello di Kvaratskelia ha le stimmate del gol scudetto, che garantisce una distanza siderale dalle inseguitrici: più 18 con 12 gare da giocare. Per di più un gol divino che ha sbloccato la partita contro un avversario ostico come l’Atalanta di Gasp, in una gara complicata, dopo una sconfitta contro la Lazio e all’alba di un’altra che potrebbe regalare un altro pass per la storia: i quarti di Champions.
Una magia sublime, un gol che puoi fare con gli amici in una sfida alla play station, ma di una assoluta difficoltà realizzativa se rapportata alla realtà. In mezzo ad otto giocatori, caduti come birilli di fronte alle finte ubriacanti del georgiano che poi ha sbagliato un destro poderoso sotto all’incrocio di Musso.
Una cosa è certa, Kvaratskelia è il giocatore più talentuoso ammirato in maglia azzurra, dopo Diego, naturalmente.

Il paragone assoluto resta improponibile sia ben chiaro, ma quella magia ha riportato la mente indietro nel tempo, riavvolgendo il videotape anni Ottanta Novanta, quando Maradona faceva incantava il San Paolo, mandando il pubblico in estasi.
Trentatré anni dopo è accaduto di nuovo, guarda caso con uno scudetto quasi cucito sul petto.
C’era una volta Maradona, con Bruscolotti, Giordano, Careca. Oggi c’è Kvaratskelia, con Osimhen Kim, Di Lorenzo…Kvaratskelia, il nuovo idolo del Maradona se qualcuno ancora avesse dubbi.
In una sola parola: Kvaradona.
Chiamatelo così, anche Diego sarebbe felice.