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Ci è voluta la contestazione e la strigliata di Calzona negli spogliatoi alla fine del primo tempo.
Il Napoli dello scudetto è tornato, seppur a sprazzi, sul campo del Monza; lo stesso sul quale l’anno scorso aveva giocato dopo aver conquistato il terzo scudetto.

La giostra del gol si è riaccesa all’improvviso, con tre eurogol impossibili.
Osimhen che vola come un angelo su Izzo e di testa infila Di Gregorio, poi Politano e Zielinski disegnano parabole impossibili; infine Raspadori ci mette solo ventuno secondi per chiudere la pratica.

E De Laurentiis festeggia a distanza, con un post sui social la vittoria che rilancia la squadra nella corsa europea.
Quello che non convince ancora è la fase difensiva, troppe disattenzioni, ma è uno tra gli errori mai colmati, né in estate, né tantomeno durante il mercato di riparazione.

Il sostituito di Kim doveva essere Natan, che non gioca da dicembre, della serie: chi l’ha visto?

A gennaio la priorità era prendere un difensore, ma sono arrivati tutti, tranne lui.
Così come mettere fuori dalla lista Champions uno come Zielinski resta un altro mistero che ha danneggiato solo il Napoli.
Gli errori sono tanti, la sintesi è semplice.
Garcia, Mazzarri, il disastroso mercato d’estate e d’inverno non fa differenza.
La gestione del rinnovo di Osimhen e quello di Kvaratskelia.
È troppo tardi per pensarci, mancano sette partite; sette finali per tentare l’impossibile.
Del resto il Napoli campione d’Italia non è andato mai oltre le tre vittorie consecutive in questa stagione.
L’occasione è di nuovo propizia, prima il Frosinone al Maradona, poi la trasferta ad Empoli.
Non sarà semplice perché entrambi si giocano punti salvezza.
Poi arriveranno gli scontri diretti casalinghi con Roma e Bologna.
Insomma, un filo di speranza c’è.
Guardando cosa è riuscito a fare il Napoli in un quarto d’ora in quel di Monza tutto è ancora possibile.