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Di Luca Esposito

“Non sono queste le partite da vincere” ha detto in sala stampa Filippo Inzaghi, parole che non ci sono assolutamente piaciute.
Nulla contro il mister, ci mancherebbe, ma una mentalità vincente si costruisce giocandosela alla pari con tutti senza scendere in campo sconfitti in partenza. Considerando, poi, che la Salernitana da qui in avanti dovrà affrontare quasi tutte le big del campionato,vien da chiedersi allora: fino a gennaio con chi dovremo fare punti? Con il Milan, a Bergamo, contro la Juve, in casa con la Lazio, nella trasferta di Firenze? La verità è che, purtroppo, il cambio di guida tecnica non ha sortito, ad oggi, alcun effetto e che addirittura le cose stanno andando peggio. Se poi ci si vuole accontentare di un 4-0 in coppa contro un avversario che in B lotta per non retrocedere o di un discreto secondo tempo contro un Genoa in emergenza allora è un altro discorso. Ma così non si va lontano.

Inzaghi ha cambiato quattro moduli in altrettante partite, stiamo rivedendo Candreva fare l’esterno a tutta fascia ben lontano dalla porta, c’è gente come Bradaric, Legowski, lo stesso Candreva e Dia che continua a offrire prestazioni mediocri ma gioca a prescindere mentre Kastanos, uno dei più bravi della rosa, è relegato in panchina pur essendo stato l’emblema della grande salvezza della passata stagione. Chi vi scrive non è stato certo un estimatore di Sousa, anzi ritenni che andava esonerato quando “tradì” la fiducia del popolo salernitano incontrando in segreto i rivali del Napoli. Ma bisogna essere intellettualmente onesti e dire due cose: non era lui il principale colpevole e, forse, quelle dichiarazioni polemiche andavano interpretate come una operazione verità utile ad aprire gli occhi prima che la situazione precipitasse.

I numeri sono impietosi, tra i peggiori della storia: media di due gol subiti a partita, peggior attacco, zero vittorie, ultimo posto, maggior numero di sconfitte, zero successi interni, zero scontri diretti portati a casa, peggior media di tiri nello specchio e peggior possesso palla. Chi il responsabile principale? Riteniamo che Iervolino debba ora uscire allo scoperto spiegando un po’ di cose alla tifoseria. Al terzo anno di A, con tutto il rispetto e sperando possano essere i campioni del futuro, i subentranti possono essere Stewart e Botheim? Si può partire con Ikwuemesi titolare dopo aver bocciato Bonazzoli e Piatek che oggi servirebbero come il pane? Possibile manchi un vice Bradaric da un anno e mezzo e che, con una difesa costata 25 milioni di euro, si debba ancora vedere Fazio titolare e in grossa difficoltà per 90 minuti?

Caro presidente, nessuno disconoscerà il miracolo sportivo che lei ha fatto in due anni e sbaglia chi alimenta la teoria demenziale del paracadute o chi addirittura la invita a fare un passo indietro. Una minoranza rumorosa sui social che ha destabilizzato da sempre, attaccando chiunque sedesse sulla sua poltrona. Abbia le spalle larghe come i suoi predecessori, vada avanti per la sua strada ma capisca che un Arechi vuoto per il derby col Napoli è campanello d’allarme. Il consiglio è duplice: prezzi popolari per riavvicinare la gente allo stadio (e il pubblico può fare la differenza) e almeno sei innesti a gennaio. Individuandoli già ora, ricordandosi che tre potenziali top player saranno assenti causa coppa d’Africa.

A questa Salernitana occorrono due difensori forti, un esterno sinistro, due centrocampisti e un bomber, provando a piazzare calciatori come Sambia, Lovato, Bronn, Maggiore, Botheim e forse anche qualche nuovo arrivato che, purtroppo, costano e non danno alcun apporto. Se poi ci si riaggrappa a Simy, che in estate non era preso in considerazione neanche per fare allenamento, allora la questione è seria e ci sono gravi responsabilità da individuare in fretta per non arrivare al mercato di riparazione con un distacco enorme dalla quartultima posizione. Non sempre un Instant Team e il tormentone del 7% si trasformeranno in un miracolo sportivo. Non sempre ci sarà il suicidio sportivo del Cagliari o un campionato con Samp e Cremonese retrocesse già a novembre.
Un salto all’indietro sarebbe una sconfitta economica e personale soprattutto per lei. C’è tempo, ma si agisca.