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De Laurentiis lascerà il Bari in mani sicure e non venderà il Napoli anche se dovesse vincere scudetto e Champions. La domanda ricorrente è stata formulata a margine di un convegno al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli a Santa Maria Capua Vetere in provincia di Caserta: “Se il Bari salirà in Serie A, lo cederemo a qualcuno che saprà gestirlo in maniera esatta”. 

Al suo fianco era presente anche il presidente Figc, Gabriele Gravina, che ha fatto il punto sullo stato di salute del calcio in Italia. De Laurentiis ha poi ricordato la genesi della sua napoletanità: “Io sono tifoso del Napoli, della città, altrimenti mica sarei rimasto per 19 anni alla presidenza del club? La mia famiglia – ha aggiunto il presidente del Napoli – ha un rapporto con Partenope che viene da lontano. Mio nonno si trasferì a Torre Annunziata fondando un pastificio”.

Il presidente del Napoli ha anche commentato il ko con la Lazio: Sarri è stato paraculo, si è coperto invece di giocare come sa. I terzini Scudetto o Champions? Mi auguro entrambi. Ma non diciamo è fatta, altrimenti ci portiamo iella da soli“. Il patron azzurro ha cambiato argomento attaccando in maniera frontale il mondo dei procuratori sportivi: “Perché i contratti devono essere di cinque anni? Perché non posso fare un contratto di otto anni? Dopo i due anni, se il calciatore ha cambiato agente e il nuovo non ha ancora guadagnato, comincia a chiedere aumento”. 

Infine, chiusura dedicata alla Fifa. Il pensiero di De Laurentiis è chiaro: “Avete visto su Netflix quello che ha combinato la Fifa negli ultimi anni? Hanno rubato miliardi e miliardi, loro che stanno in Svizzera, fuori da ogni giurisdizione europea e nessuno li controlla”.