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Il Napoli degli invincibili non si ferma più. È inarrestabile e forse anche irraggiungibile, ma non ditelo a Spalletti. Invincibile e squadra record che ha tutte le stimmate per polverizzare i 102 punti della Juventus di Antonio Conte. Diciannove vittorie nelle ultime venti partite; ben otto consecutive nelle ultime otto partite, le ultime quattro senza prendere gol.

E l’attenzione si proietta su quell’immagine tirata in ballo da Spalletti su un calcio d’angolo contro il Sassuolo, con tutta la squadra indemoniata in corsa per recuperare il pallone. È la cartolina perfetta di un Napoli che vede sempre più all’orizzonte il terzo scudetto della storia che avrebbe un peso diverso rispetto ai due precedenti. Vuoi perché l’attesa è stata lunghissima, aggiungi anche che arriverebbe senza un avere Maradona in squadra, ma con il gioco più bello e più autorevole della storia. Dal Napoli più antico di Vinicio, a quello di Maradona e degli scudetti, fino alla grande bellezza della squadra guidata da Sarri fino ad un passo dal palazzo.

Quello di Spalletti è senza dubbio ancora più bello, e scaramanzie a parte oltre ad essere vincente in Italia e chissà vedremo poi in Europa, può aprire un ciclo epocale. Kvaratskelia ed Osimhen in campo ricordano Maradona e Careca dei bei tempi, ma sono ancora più giovani, oltre ad essere talentuosi ed affamati di imporsi a tutti i livelli. Spalletti li ha plasmati a sua immagine e somiglianza come tutto il Napoli che gira come un’orchestra sinfonica perfetta, la cui melodia più appropriata è la Turandot di Puccini: “Nessun dorma, all’alba vincerò”.