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Il malato Napoli non  è ancora guarito. Ma la cura, molto probabilmente, è stata trovata.

“‘A nuttata non è ancora passata” – direbbe Eduardo De Filippo nella celebre commedia. Il pomeriggio al Bentegodi, invece, è andato alla grande agli azzurri che hanno ritrovato gol, vittoria e Raspadori nei panni del centravanti così come lo usa Spalletti in Nazionale. Un po’ meno gradevole, anzi da condannare la giornata di scontri, fermi ed intemperanze fuori ed anche dentro il Bentegodi, così come in tribuna stampa.

Garcia deve aver fatto più di un pensierino alla soluzione offensiva rinunciando a Simeone dall’inizio.  Molto bene Cajuste a centrocampo. Benissimo il Napoli del primo tempo, nelle trame di gioco con un Lobokta di nuovo al centro del villaggio azzurro. Con Kvaratskelia ispirato e con un Mario Rui ritrovato sulla fascia sinistra. Un po’ meno bene quello della ripresa che ha concesso troppe occasioni al modesto Verona, che ad un certo punto ha avuto anche l’occasione di riaprire la partita. Per uscire ufficialmente dalla crisi occorreranno altre due nottate, la prima a Berlino in Champions, la seconda al Maradona contro il Milan.

Due notti ed un’altra settimana di passione con la presenza fissa di De Laurentiis a Castelvoltuno che dopo aver delegittimato Garcia e chiamato Conte per beccarsi il no, ora vuole salvare il soldato Rudy dai suoi “nemici” – immaginari, ma semplici giornalisti che raccontano i fatti. Ed il Napoli che ha vinto a Verona lo ha meritato, la prima nottata è passata, ne mancano due per rilanciare i campioni d’Italia dove meritano di stare.