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Da Kakà a De Ketelare: gemelli del Milan.
Nei giorni scorsi è stato reso ufficiale l’acquisto da parte del club rossonero di De Ketelaere, arrivato a illuminare il Milan.

Già nella prima conferenza stampa, il giovane di origine belga, ha espresso le sue molteplici idee idee riguardo il calcio.
Da subito è apparso molto deciso, sicuro di se stesso ed è sembrato veramente consapevole di ciò che potrebbe portare alla squadra.

Fin dai rumors riguardanti il suo arrivo al Milan, grazie alle sue doti tecniche, è stata evidente la somiglianza con uno dei calciatori storici del Milan: Ricardo Kakà.

Proprio sul noto attaccante brasiliano, De Keteleare ha detto:

”Kakà era un grande giocatore, ho visto molti suoi video.
Io ho le mie caratteristiche e le mie qualità.
Spero di portare gli stessi successi al Milan che ha portato lui”.

Che fine ha fatto l’ex Pallone d’Oro Kakà?

Oggi l’attaccante e centrocampista brasiliano è diventato allenatore.
Grandi soddisfazioni per lui grazie alla vittoria di ben tre Champions vinte.

Un grande tecnico ma soprattutto un bravissimo calciatore.
Grandi abilità nel dribbling, e bravissimo rigorista, ha iniziato a giocare proprio nelle giovanili a San Paolo dove pian piano si è formato.
Le sue doti sono cresciute nel tempo, grazie anche ai club nei quali ha giocato.

Una vita calcistica al servizio del Milan, con il quale ha giocato 307 partite, diventando il 9°marcatore nella storia del club.
Quando arrivò tra i rossoneri era il 2003.
In quell’anno l’acquisto del giovane brasiliano all’epoca ventiduenne, non toccò somme stratosferiche, ma erano anche altri tempi.

Ricardo, non era conosciuto in Europa quanto lo è attualmente De Ketelaere, che ha brillato con il Brudges lasciando tutti sbalorditi, non a caso si tratta dell’ottavo giocatore più costoso in tutta la storia del Milan.

Kakà fu una scoperta per tutti, un giocatore diventato poi un vero idolo.
Anche l’allenatore Giorgio Caschini, si è espresso paragonando Charles De Ketelaere a Kakà.

“A volte questi accostamenti avvengono più per somiglianze fisiche, che per caratteristiche tecniche e tattiche. Il belga è un giocatore giovane, di prospettiva, con grandi doti tecniche. Per noi Kakà fu una sorpresa. Arrivò con delle credenziali diverse rispetto a quelle che poi ha dimostrato. Sicuramente era un giocatore di qualità, ma ce lo aspettavamo abbastanza lento. Quando poi si allenò a Milanello capimmo subito che fosse rapido e veloce. Un atleta dinamico, con grande qualità offensive, un campione insomma”.