Sembrano tornati i tempi che furono con le gestioni passate della Salernitana, prima con Aliberti, poi con Lotito. Adesso ci è finito anche Iervolino nel calderone della contestazione granata che chiede al patron di metterci la faccia dopo la sequela di errori commessi da inizio stagione. Depotenziare la squadra, gestire male il mercato, pensare che cambiando il timoniere la barca sarebbe tornata con la barra dritta. Invece, dopo la vittoria contro la Lazio in rimonta la Salernitana è sparita dai radar. Non pervenuta.
All’Arechi il Bologna ha passeggiato sulla squadra granata che ad onor del vero è sembrata prova della caratteristica assoluta per centrare la salvezza: la lotta! La battaglia agonistica: dove è finito lo spirito battagliero di una squadra che deve salvarsi ? Chiediamolo ad Inzaghi.
Quando il malato è grave occorre uno specialista, uno che sia bravo con il bisturi e non il classico medico curante. Non ce ne voglia Inzaghi, che ci metterà il massimo, ma il pedigree da scegliere per salvare la squadra doveva essere ben diverso dal buon Pippo. Uno specialista in salvezze.
Ma come dare tutte le colpe ad Inzaghi quando ha ereditato una squadra già bella e fatta, tra l’altro smantellata della sua anima. Adesso la salvezza davvero si complica perché o si vira subito, oppure la barca rischia di affondare ancor prima del mercato di gennaio dove necessariamente bisognerà fare qualcosa, anzi fare i miracoli, spendere quello che non si è fatto in estate per tentare una nuova impresa. Senza dimenticare che tra poco Dia, l’uomo della passata salvezza andrà a giocare la coppa d’Africa. Insomma, la verità è che Iervolino, seppur contestato, non sembra pensare di prendere al momento altre decisioni drastiche come l’esonero del diesse. In fondo le colpe sono anche e sopratutto le sue; e le responsabilità non erano solo del soldato Paulo Sousa, criticato per aver parlato con il Napoli in estate e poi esonerato. Iervolino, medita e intanto viene contestato duramente.